Ecco il ritorno delle mie amate recensioni (quanto mi erano mancate?), e quale modo migliore per inaugurarle una seconda volta se non con il capitolo conclusivo di una delle mie saghe preferite in assoluto, firmata da una delle mie autrici preferite in assoluto? Dopo aver tenuto L'Ordine della Croce sul mio comodino per mesi, indecisa ad iniziarlo perché sapevo avrebbe segnato la fine di una delle serie che più ho amato, qualche giorno fa mi sono fatta coraggio e, alla ricerca disperata di un libro che mi facesse fangirlare come Dio comanda coinvolgesse del tutto, ho deciso di immergermi di nuovo nella Vecchia Capitale. Inutile dire quale ne è stato il risultato, con Lady De Winter non si sbaglia mai!
AUTORE: Virginia De Winter
EDITORE: Fazi Editore
PREZZO: 18,00 €
PAGINE: 500
TRAMA: In questo ultimo viaggio nel mondo di Black Friars, Eloise Wess è alle prese con il misterioso ritrovamento di uno scheletro di un giovane ragazzo e questa volta non potrà ricorrere ai suoi poteri di evocatrice ma solo alle sue conoscenze mediche. Dalle indagini emerge una verità inquietante. Le ossa rinvenute sono solo il coperchio di un vaso di Pandora che sigilla i segreti più oscuri della Vecchia Capitale; segreti di personaggi potenti disposti a tutto pur di mantenerli tali. In Aldenor intanto il re Fabian Vambenberg è gravemente ferito, e il suo erede Axel, fidanzato di Eloise, è costretto a tornare lasciando sola Eloise in questa che si preannuncia come la missione più rischiosa della sua vita.
La mia opinione: Sarò sincera, non ho la minima idea di cosa scrivere. Quando si ha in mano un libro di Virginia De Winter, quando si gira l'ultima pagina di un suo romanzo e si mette la parola "fine" ad una saga come questa, le parole sembrano non bastare mai. Si ha l'impressione che qualunque vocabolo, frase o tema si possa scrivere, non sortirà altro effetto se non sminuire l'opera che si vorrebbe in realtà lodare, un'opera che ha per te raggiunto livelli talmente perfetti da risultare indescrivibili. Ed è questo che è per me L'Ordine della Croce, indescrivibile.
Anche raccontare la trama di questo romanzo è pressoché impossibile, colpa delle moltitudini di storie che si intrecciano tra loro in una miriade di filoni apparentemente separati, ma in realtà strettamente connessi da un unico filo conduttore. Ritroviamo tutti i protagonisti che avevamo a malincuore abbandonato alla fine dell'Ordine della Penna: Eloise, felicemente fidanzata con Axel, è alle prese con il ritrovamento di uno scheletro umano sconosciuto, che sarà solo il primo di una lunga serie di episodi sinistri che coinvolgeranno la Vecchia Capitale e che vedranno come protagoniste, ancora una volta, le Creature del Presidio, sempre meno intenzionate a rispettare i patti della Tregua e a restare recluse nel loro confinamento. Di colpo neanche i morti si accontentano di restare nelle loro tombe e tornano nel nostro mondo, riportati alla "vita" da Negromanti che si nascondono dietro Famiglie Reali e le cui azioni riporteranno alla luce segreti sepolti da decenni e capaci di ribaltare le carte in tavola nell'intero Regno.
Se nell'Ordine della Spada la protagonista era Eloise, nell'Ordine della Chiave era Axel e nell'Ordine della Penna Sophia, l'Ordine della Croce, capitolo conclusivo di una saga che era partita col botto e che non ha fatto altro che stupirci sempre di più, vede come protagonista ogni singolo personaggio mai comparso in questa serie. D'altronde Virginia De Winter si è dimostrata una maestra nel creare personaggi degni di nota, forse troppo perfetti per essere realistici ma non per questo meno memorabili. Abbiamo Eloise, quella che è probabilmente una delle protagoniste migliori di cui io abbia mai letto: è sveglia, sempre pronta a mettersi in gioco per coloro che ama, dotata di grande sarcasmo e di un ancora più grande spirito d'indipendenza, aspetto che la pone continuamente in conflitto con Axel, suo promesso sposo e personaggio maschile per eccellenza. Affascinante e di bell'aspetto, l'erede al trono di Aldenor porta il marchio di qualità firmato Virginia De Winter, e forma, insieme ad Eloise, una delle coppie verso le quali sono maggiormente legata. Impossibile restare indifferenti di fronte ai loro continui battibecchi, alla morbosa possessività di Axel, che lo spinge a porre la vita della sua fidanzata al primo posto e a rischiare ripetutamente la vita affinché sia al sicuro; impossibile non emozionarsi davanti ai sacrifici che compiono l'uno per l'altro o non restare coinvolti dalla loro passione; impossibile non pregare affinché il loro sogno d'amore venga finalmente incoronato e il lieto fine tanto atteso arrivi a porre fine alle loro disgrazie. Ma Eloise ed Axel non sono gli unici personaggi di questa saga: abbiamo la giovane, caparbia e insolente Sophia, conscia ora della sua appartenenza alla famiglia Blackmore e sempre più consapevole del suo ruolo di garante della Tregua col Presidio, e proprio per questo costantemente minacciata. A proteggerla troviamo il fidanzato Gabriel, l'angelo con l'indole da diavolo che ha capitolato di fronte alla bella figlia di Clarisse e che da donnaiolo incallito si è trasformato ora in un protettivo e dolce guerriero. Degni di nota sono gli scapestrati amici di Axel, che donano alcune delle scene più memorabili; Bryce, il damerino fratello di Axel e tutore di Sophia; Jordan e Julien, amici inseparabili e combina guai della principessa di Altieres; senza dimenticare infine la famiglia Blackmore, alla quale appartengono i tre vampiri più amati della saga, Cain, Adrian e Ashton.
Ma, seppur i personaggi della De Winter siano uno degli elementi principali dell'apprezzamento della saga, quello che più di ogni altra cosa mi spinge a provare una giustificata ammirazione nei suoi confronti è la trama da lei architettata. Mentre leggevo, una parte di me non riusciva a fare altro se non a pensare a quanto geniale sia questo libro e a quanto incredibili le trovate della De Winter: ogni singolo evento avvenuto o anche solo nominato dall'inizio della saga alla fine, si ricompone piano piano in un quadro ordinato dove ogni cosa trova il suo posto e niente viene lasciato al caso. In questo libro veniamo perciò di nuovo catapultati in un avventura dove le scoperte macabre, i colpi di scena da cardiopalma e gli intrighi subdoli sono all'ordine del giorno; dove i protagonisti si ritrovano al centro di una lotta dalla quale dipendono non solo le loro vite, ma le sorti della Vecchia Capitale; tuttavia l'Ordine della Croce ha come pregio anche l'essere il punto di arrivo di un percorso iniziato tre libri prima e, di conseguenza, il tanto atteso momento della resa dei conti.
A coronare tutto questo abbiamo l'ultimo elemento che rende tanto memorabile questa saga, quell'aspetto che come prima cosa ha catturato la mia attenzione e che mi ha avvicinato all'autrice: lo stile con il quale tutto viene raccontato. Perché non solo la De Winter ha partorito personaggi che prendono vita sulla carta, non solo ha generato idee su idee che per quanto infinite mai peccano di originalità; lei ha fatto tutto questo senza mai mancare di utilizzare quel suo stile ormai caratteristico che si distingue per la raffinatezza, l'abbondanza di simboli e metafore e la ricchezza nelle descrizioni. E' lo stile che vorrei leggere ovunque e che vorrei poter padroneggiare, per questo mi sta particolarmente a cuore e per questo provo un'ammirazione incredibile per quell'autrice. Niente manca perciò a questa serie, che riesce a raccontare una storia della quale non ti stancheresti mai, nonostante le 2000 e passa pagine che la compongono e nonostante i toni non sempre leggeri. Abbiamo mitologia, abbiamo eroismo, abbiamo romanticismo. Abbiamo eroi mascherati, incantesimi malvagi, maledizioni incontrastabili, amori eterni e intrighi di corte. Abbiamo omicidi irrisolti, umorismo tagliente, misteri letali, forti emozioni e scoperte macabre. Abbiamo tutto quello che si potrebbe cercare in una saga e ancora di più. Abbiamo una serie per la quale mi sono ritrovata a piangere una volta girata l'ultima pagina e per la quale piangerei altre mille volte. Abbiamo una saga che, ne sono certa, non mi dirà mai addio definitivamente.
VOTO: 5 stelle.
Anche raccontare la trama di questo romanzo è pressoché impossibile, colpa delle moltitudini di storie che si intrecciano tra loro in una miriade di filoni apparentemente separati, ma in realtà strettamente connessi da un unico filo conduttore. Ritroviamo tutti i protagonisti che avevamo a malincuore abbandonato alla fine dell'Ordine della Penna: Eloise, felicemente fidanzata con Axel, è alle prese con il ritrovamento di uno scheletro umano sconosciuto, che sarà solo il primo di una lunga serie di episodi sinistri che coinvolgeranno la Vecchia Capitale e che vedranno come protagoniste, ancora una volta, le Creature del Presidio, sempre meno intenzionate a rispettare i patti della Tregua e a restare recluse nel loro confinamento. Di colpo neanche i morti si accontentano di restare nelle loro tombe e tornano nel nostro mondo, riportati alla "vita" da Negromanti che si nascondono dietro Famiglie Reali e le cui azioni riporteranno alla luce segreti sepolti da decenni e capaci di ribaltare le carte in tavola nell'intero Regno.
Se nell'Ordine della Spada la protagonista era Eloise, nell'Ordine della Chiave era Axel e nell'Ordine della Penna Sophia, l'Ordine della Croce, capitolo conclusivo di una saga che era partita col botto e che non ha fatto altro che stupirci sempre di più, vede come protagonista ogni singolo personaggio mai comparso in questa serie. D'altronde Virginia De Winter si è dimostrata una maestra nel creare personaggi degni di nota, forse troppo perfetti per essere realistici ma non per questo meno memorabili. Abbiamo Eloise, quella che è probabilmente una delle protagoniste migliori di cui io abbia mai letto: è sveglia, sempre pronta a mettersi in gioco per coloro che ama, dotata di grande sarcasmo e di un ancora più grande spirito d'indipendenza, aspetto che la pone continuamente in conflitto con Axel, suo promesso sposo e personaggio maschile per eccellenza. Affascinante e di bell'aspetto, l'erede al trono di Aldenor porta il marchio di qualità firmato Virginia De Winter, e forma, insieme ad Eloise, una delle coppie verso le quali sono maggiormente legata. Impossibile restare indifferenti di fronte ai loro continui battibecchi, alla morbosa possessività di Axel, che lo spinge a porre la vita della sua fidanzata al primo posto e a rischiare ripetutamente la vita affinché sia al sicuro; impossibile non emozionarsi davanti ai sacrifici che compiono l'uno per l'altro o non restare coinvolti dalla loro passione; impossibile non pregare affinché il loro sogno d'amore venga finalmente incoronato e il lieto fine tanto atteso arrivi a porre fine alle loro disgrazie. Ma Eloise ed Axel non sono gli unici personaggi di questa saga: abbiamo la giovane, caparbia e insolente Sophia, conscia ora della sua appartenenza alla famiglia Blackmore e sempre più consapevole del suo ruolo di garante della Tregua col Presidio, e proprio per questo costantemente minacciata. A proteggerla troviamo il fidanzato Gabriel, l'angelo con l'indole da diavolo che ha capitolato di fronte alla bella figlia di Clarisse e che da donnaiolo incallito si è trasformato ora in un protettivo e dolce guerriero. Degni di nota sono gli scapestrati amici di Axel, che donano alcune delle scene più memorabili; Bryce, il damerino fratello di Axel e tutore di Sophia; Jordan e Julien, amici inseparabili e combina guai della principessa di Altieres; senza dimenticare infine la famiglia Blackmore, alla quale appartengono i tre vampiri più amati della saga, Cain, Adrian e Ashton.
Ma, seppur i personaggi della De Winter siano uno degli elementi principali dell'apprezzamento della saga, quello che più di ogni altra cosa mi spinge a provare una giustificata ammirazione nei suoi confronti è la trama da lei architettata. Mentre leggevo, una parte di me non riusciva a fare altro se non a pensare a quanto geniale sia questo libro e a quanto incredibili le trovate della De Winter: ogni singolo evento avvenuto o anche solo nominato dall'inizio della saga alla fine, si ricompone piano piano in un quadro ordinato dove ogni cosa trova il suo posto e niente viene lasciato al caso. In questo libro veniamo perciò di nuovo catapultati in un avventura dove le scoperte macabre, i colpi di scena da cardiopalma e gli intrighi subdoli sono all'ordine del giorno; dove i protagonisti si ritrovano al centro di una lotta dalla quale dipendono non solo le loro vite, ma le sorti della Vecchia Capitale; tuttavia l'Ordine della Croce ha come pregio anche l'essere il punto di arrivo di un percorso iniziato tre libri prima e, di conseguenza, il tanto atteso momento della resa dei conti.
A coronare tutto questo abbiamo l'ultimo elemento che rende tanto memorabile questa saga, quell'aspetto che come prima cosa ha catturato la mia attenzione e che mi ha avvicinato all'autrice: lo stile con il quale tutto viene raccontato. Perché non solo la De Winter ha partorito personaggi che prendono vita sulla carta, non solo ha generato idee su idee che per quanto infinite mai peccano di originalità; lei ha fatto tutto questo senza mai mancare di utilizzare quel suo stile ormai caratteristico che si distingue per la raffinatezza, l'abbondanza di simboli e metafore e la ricchezza nelle descrizioni. E' lo stile che vorrei leggere ovunque e che vorrei poter padroneggiare, per questo mi sta particolarmente a cuore e per questo provo un'ammirazione incredibile per quell'autrice. Niente manca perciò a questa serie, che riesce a raccontare una storia della quale non ti stancheresti mai, nonostante le 2000 e passa pagine che la compongono e nonostante i toni non sempre leggeri. Abbiamo mitologia, abbiamo eroismo, abbiamo romanticismo. Abbiamo eroi mascherati, incantesimi malvagi, maledizioni incontrastabili, amori eterni e intrighi di corte. Abbiamo omicidi irrisolti, umorismo tagliente, misteri letali, forti emozioni e scoperte macabre. Abbiamo tutto quello che si potrebbe cercare in una saga e ancora di più. Abbiamo una serie per la quale mi sono ritrovata a piangere una volta girata l'ultima pagina e per la quale piangerei altre mille volte. Abbiamo una saga che, ne sono certa, non mi dirà mai addio definitivamente.
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