sabato 29 giugno 2013

Recensione: Un Amore di Angelo


TITOLO: Un Amore di Angelo
AUTORE: Federica Bosco
EDITORE: Newton Compton
PREZZO: 9,90 €
PAGINE: 384
TRAMA: «Libera di danzare senza schemi e regole ferree, libera di studiare con chi volevo senza più obbedire ai canoni rigidissimi delle scuole prestigiose o ai capricci di insegnanti frustrati, libera di esprimere me stessa». Mia ha avuto l’occasione che attendeva da sempre: un’audizione alla Royal Ballet School. Ma quando si è trovata su quel palco, quando ha capito che la possibilità di entrare in quella scuola era a portata di mano, ha sentito di non voler rinunciare alla libertà di danzare senza regole, vincoli, costrizioni. Accanto a lei, anche nelle decisioni più difficili, c’è sempre stata la voce di Patrick, eterea presenza che non la lascia mai. Dopo il suo “no” alla Royal, per Mia può iniziare una nuova vita: lei e Nina, superate finalmente tutte le incomprensioni che le avevano divise, decidono di trasferirsi a Londra. Mia trova una scuola d’arte che la entusiasma, la Brit, mentre Nina prova a frequentare un corso di giornalismo. Ma Londra non è solo divertimento e cambiamenti: le due amiche dovranno anche affrontare la difficile gravidanza di Nina. A sostenerle, come sempre, ci sarà l’incorporea figura di Patrick. Finché un giorno…

La mia recensione: Circa due anni fa, spinta dalle numerose opinioni positive che avevo trovato in rete e dai pressanti suggerimenti di alcuni amici, avevo acquistato Innamorata di un Angelo, primo romanzo della trilogia nata dalla penna di Federica Bosco e inizio di un lungo ed emozionante viaggio al fianco di Mia e Patrick. Sin da subito avevo instaurato un rapporto speciale con questa saga, un rapporto basato principalmente sulla miriade di sentimenti che era stata capace di donarmi. Ogni pagina dei primi due libri, infatti, mi avevo saputo trasmettere una grande quantità di emozioni differenti, che spaziavano dalla speranza, alla frustrazione e alla disperazione più completa. Ora vorrei dire che Un Amore di Angelo non è stato da meno, ma non sarebbe pienamente vero. Non ho infatti ritrovato in quest'ultimo libro il legame speciale che mi aveva unito ai precedenti, un legame che si basava principalmente sull'empatia verso la protagonista e sul coinvolgimento nelle sue vicende. Sia ben chiaro, Un Amore di Angelo non si è rivelato una completa delusione, tuttavia, facendo il paragone con i volumi precedenti, in questo libro si avverte fortemente la mancanza di qualcosa di indispensabile.

La protagonista della saga è la quindicenne Mia, aspirante ballerina e ragazza tanto testarda quanto determinata. Nel primo libro veniamo a conoscenza della sua migliore amica Nina e del fratello di lei, Patrick, cotta storica della protagonista. Sarà proprio l'amore tra Mia e Patrick uno dei pilastri del primo romanzo, che vede lo sviluppo di questa relazione e la sua fine improvvisa con la morte prematura di lui. In seguito a questo evento Mia viene risucchiata in una spirale di disperazione, che culmina nel suo tentato suicidio e nell'abbandono ad ogni speranza per un futuro da ballerina.
Patrick, tuttavia, non se n'è mai andato completamente. Dopo essersi ripresa dal tentato suicidio, infatti, Mia scopre che qualcosa è cambiato: ora riesce inspiegabilmente a comunicare con Patrick, il quale le parla nella mente e le appare continuamente in sogno. Forte della presenza dell'amato, Mia tenta di riprendere in mano la sua vita e riesce ad ottenere un'audizione alla Royal Ballet School, come aveva sempre sognato. Una volta superata l'audizione, tuttavia, Mia capisce che quello non è più il suo sogno e sceglie una scuola dove non vi siano le ferree regole della danza classica e dove possa sentirsi libera di esprimere il suo potenziale senza costrizioni. Dopo aver fatto pace con l'amica Nina (in collera con lei a causa della morte di Patrick), Mia si trasferisce con lei a Londra e si iscrive alla Brit, la scuola dei suoi (nuovi) sogni.


Questa è, in poche parole, la trama dei tre romanzi. Come detto in precedenza, i primi due volumi mi avevano coinvolto in un modo unico: sin da subito la loro storia mi era entrata nel cuore, rivelandosi per me un'esperienza incredibilmente emozionante. Già, perché quello che ricordo maggiormente riguardo questa saga sono le emozioni che è stata capace di farmi provare: infiniti fiumi di lacrime alla scomparsa dell'amato Patrick, innumerevoli sorrisi davanti alla testardaggine di Mia e lunghi sospiri di fronte all'amore che, anche dopo la morte, ha continuato a legare i due protagonisti. Ma Innamorata di un Angelo non è solamente una storia d'amore, bensì un'indimenticabile lezione sulla vita, sulla morte, sull'importanza dell'amicizia e dei legami familiari. Sopra tutto il resto, questa saga è una storia sulle difficoltà della vita e sugli ostacoli che possono presentarsi di colpo lungo il cammino di ognuno di noi; e, cosa ancora più importante, è una storia che insegna ad abbattere quegli ostacoli, a superarli a testa alta senza lasciarsi sconfiggere da essi.

Anche all'interno di quest'ultimo romanzo vediamo Mia alle prese con numerose difficoltà: le incomprensioni familiare, la precaria salute della nonna, la difficile gravidanza della migliore amica, l'invidia dei compagni ballerini. Tuttavia, come sempre, assistiamo all'incredibile capacità di Mia di non fermarsi mai, di sbaragliare ogni avversità con forza d'animo e determinazione. Questo è quello che ho amato di più di questi romanzi: il messaggio che, tramite Mia, giunge fino a noi, un messaggio che parla di speranza e di come tutto sia possibile, purché riusciamo ad trovare la forza di andare avanti.

"Così ho raccolto i pezzi e li ho ricomposti diversamente, per affrontare questo mal di vivere e questa mancanza di gravità. E so che piano piano imparerò a fermarmi prima di quello strazio che ancora mi spacca il cuore, perché le persone che non siamo riusciti ad avere accanto ce le portiamo dentro. E tu sarai sempre dentro di me."

Cos'è, perciò, che mi ha fatto parlare di Un Amore di Angelo come di una delusione?

Innanzitutto, Patrick. Patrick, che sin dal primo volume mi aveva rubato il cuore, che si era sempre rivelato fondamentale nella storia e nella vita di Mia, ora non è che una flebile ombra. Certo, probabilmente è qualcosa di voluto, dato che quest'ultimo romanzo è incentrato sulla nuova vita di Mia e sulla sua capacità di cavarsela da sola, tuttavia Patrick non è diventato soltanto meno presente, a mio parere è diventato un personaggio proprio inutile. Avrei preferito una sua sparizione graduale, un addio strappalacrime che vedeva la scomparsa di un personaggio di vitale importanza. Invece sin da subito Patrick, seppur presente, è stato trasformato in una semplice vocina che saltava fuori ogni tanto, un capitolo sì e uno no, alquanto irritante e dagli interventi inopportuni. Mi duole il cuore dirlo, ma non ho provato più alcun sentimento verso di lui. La sua relazione con Mia sembrava già finita all'inizio del romanzo e così la sua permanenza sulla terra.


Un altro aspetto negativo del romanzo è la stessa Mia. Ora, io adoro la sua forza di volontà, la sua capacità di attraversare l'inferno e di uscirne vincitrice, ma in questo volume la sua immaturità ha raggiunto vette insormontabili. Forse ricordo male i precedenti volumi, ma non avevo memoria di una Mia così infantile, capricciosa e sprovveduta. Non appena qualcosa va in un modo diverso da come lei lo aveva programmato, comincia a piangere e si rintana da Patrick dicendo quanto il mondo sia ingiusto e quanto lei sia incompresa. Onestamente, ragazza, non avrai vent'anni, ma se invochi il tuo essere adulta per andare a vivere da sola a Londra, almeno dimostra un po' di maturità! E sulla sua stessa linea, se non peggio, troviamo Nina. Tralasciando il fatto che ha deciso di restare incinta per occupare il vuoto lasciato da Patrick (seriously?), affronta la gravidanza con un'ingenuità assurda e alquanto ridicola. Ha dimostrato sì e no sette anni per tutto il romanzo, ignorando Carl (il padre del bambino avrà qualche diritto, no?) e mantenendo la ferma convinzione che essere madre sarà una passeggiata. Alla fine basterà guardare a cosa succede quando nascerà il bambino per rendersi conto che non era per niente pronta ad un passo simile.


Infine, ultima cosa che ho trovato alquanto fastidiosa, è stato lo stile del'autrice. Non che la Bosco scriva male, anzi, trovo che talvolta riesca a trasmettere i sentimenti dei personaggi con un'intensità incredibile. Tuttavia ho trovato in questo libro un numero esorbitante di dialoghi, alternati a rarissime descrizioni. E, cosa forse ridicola per molti ma per me incredibilmente irritante, l'autrice utilizza dozzine di punti esclamativi. So che probabilmente è una cosa mia e che molti di voi staranno pensando che sono pignola, ma io trovo estremamente fastidioso trovare svariati punti esclamativi nella stessa frase. Mi deconcentra, non posso farci niente, e mi sembra di leggere SMS invece che un romanzo.

Detto questo, veniamo ai punti positivi.
Innanzitutto ritroviamo alcuni vecchi personaggi, come Paul, Betty o la madre di Mia, che non hanno deluso per niente. In questo romanzo conosciamo anche nuovi personaggi, come ad esempio il simpaticissimo Adam. Mi è piaciuto sin da subito, con la sua timidezza e insicurezza, nonostante sia evidente dalle prime pagine il ruolo che occuperà a fine libro.
Infine ho apprezzato la conclusione, praticamente perfetta e per nulla deludente. La Bosco ha trovato il modo di rendere agrodolce un finale che, piuttosto che sulla malinconia dovuto ad un particolare addio, punta sulla speranza per il futuro.

Ricapitolando, non posso che guardare con affetto a questa saga, che è stata capace di donarmi moltissimi dolci ricordi. Non si tratta tanto di un fantasy o di un romanzo paranormale, quanto di una bellissima fiaba sulla vita e sull'importanza della speranza, sulla capacità di ognuno di noi di superare le avversità.

"Navigavamo a vista sulla fragile zattera dell'adolescenza, a metà fra la sponda dell'infanzia e quella della maturità, sapendo di non poter più far conto su nessuno, perché tutto nel bene o nel male sarebbe dipeso da noi. Potevamo mollare e vivere di rimpianti o continuare a stringere i denti ricacciando indietro le lacrime.
Ed era quello che, tacitamente, avevamo deciso di fare."

Ho assistito passo dopo passo alla crescita di Mia in quanto donna, al realizzarsi dei suoi sogni e, talvolta, anche alla distruzione di essi. Sono stata testimone del lungo viaggio che l'ha vista come protagonista e, ora, giunta al capolinea di questa bellissima avventura, guardo ad un Un Amore di Angelo con un misto di malinconia e affetto, consapevole che, nonostante tutti i suoi difetti, ha saputo donarmi un'ultima grande emozione.

VOTO: 3,5 stelle.

2 commenti:

  1. Ciao ^^ anche io ho letto tutta la saga...il primo romanzo è fantastico *-* l'ho adorato con tutta me stessa...
    Ma ho notato che già il secondo aveva perso un pò...non so come spiegarlo. E' come se al primo avessi dato 5 stelline, al secondo 4.5 e al terzo 4.
    Il punteggio (a mio parere) è sceso con il procedere della storia.
    Soprattutto il terzo...mi è piaciuto anche quello, però...ho trovato tutto molto affrettato, soprattutto il rapporto tra Mia e Alan.
    Insomma, è una bella saga secondo me, ma alla fine poteva essere sviluppata molto meglio!!

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    1. Sono d'accordo con te quando dici che ogni libro aveva qualcosa in meno al precedente. Specialmente quest'ultimo, di livello nettamente inferiore ai precedenti... E' un vero peccato perché è una saga che, se sviluppata diversamente, sarebbe potuta essere indimenticabile!

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