domenica 10 febbraio 2013

Intervista a Simona Giorgino

Ciao a tutti cari lettori,
oggi su Book Time c'è un'ospite speciale, una giovanissima autrice italiana con ben due romanzi alle spalle e una grande passione per la scrittura che la accompagna da tutta la vita.
Sto parlando di Simona Giorgino, autrice di "Jeans e Cioccolato" e "Quel Ridicolo Pensiero", nonché bravissima blogger e accanita lettrice. Per scoprire qualcosa in più su di lei, leggete la piccola intervista che ha rilasciato per il mio blog.

1. Ciao Simona, benvenuta su Book Time! Ti va di presentarti ai lettori? Parlaci un po' di te.
Ciao a tutti! Sono una studentessa salentina, studio inglese e arabo al corso di laurea magistrale in Traduzione e Interpretariato. Sono un’amante della scrittura, dei libri, ma anche della fotografia, degli animali e – quando posso!! – dello shopping. La passione che ha priorità assoluta nella mia vita è però la scrittura, ma ve ne parlerò abbondantemente rispondendo alle domande successive!

2. Come è nata la passione per la scrittura? Hai sempre saputo che scrivere sarebbe stato nel tuo futuro?
Amo scrivere da sempre, è un’esigenza che mi porto dentro praticamente da quando ero piccola. Posso quindi affermare che questa passione sia nata proprio insieme a me e insieme a me ha continuato a crescere negli anni. Ho sempre saputo che avrei continuato a scrivere per me stessa, questo sì, ma non potevo sapere che un giorno sarei davvero riuscita a pubblicare. In realtà pubblicare un libro rappresentava per me IL sogno nel cassetto, ma un sogno che vedevo come irrealizzabile. Non conoscevo affatto il mondo dell’editoria, scrivere e pubblicare all’epoca mi sembrava un’impresa impossibile, una di quelle cose che sembrano succedere sempre nella vita degli altri e mai nella tua. Poi è arrivato il momento di “sfidare” quell’impossibile e, be’, ho scoperto che tanto impossibile non era. Ho trovato un piccolo editore free che ha valutato positivamente il mio primo romanzo (e successivamente anche il secondo), ed eccomi qui. Quest’esperienza mi ha insegnato che non si deve mai considerare impossibile un sogno o un’impresa senza almeno averci provato. Nella mente le cose sembrano talmente diverse che poi la realtà può decisamente stupirci. Come dico spesso, è logico che un punto ci appare lontano, se rimaniamo fermi a guardarlo da qui!

3. Quale genere di libri ti piace leggere? C'è uno scrittore che ammiri particolarmente o un libro che vorresti aver scritto tu?
Mi piace la narrativa contemporanea, adoro i sentimentali, ma più in generale amo leggere storie reali, quotidiane, nelle quali in qualche modo posso ritrovare me stessa, i miei sentimenti, le mie esperienze o quelle che potrei potenzialmente vivere anch’io. Mi piacciono le storie vere e autentiche, anche se frutto della fantasia ovviamente. Per quanto riguarda gli autori che ammiro, mi è piaciuta una lunga serie di romanzi pubblicati dalla scrittrice inglese Sophie Kinsella, adoro quel suo stile ironico e leggero che mi fa apprezzare la vita. Fra gli autori italiani, amo particolarmente Alessandro Baricco, il suo stile inconfondibile e le sue storie stupende; quando leggo Baricco mi dimentico di tutto, è come se approdassi in un’altra dimensione. Non c’è un libro che avrei voluto scrivere io, ognuno ha il proprio stile, la propria fantasia e creatività. Ci sono invece tanti libri che ho apprezzato e ammirato moltissimo, e altri che continuo ad apprezzare.

4. Quali altri hobby hai oltre alla scrittura?
A parte scrittura e lettura, mi piace molto anche la fotografia. Si tratta però di una passione decisamente secondaria rispetto a quella per i libri in generale. Mi piace catturare momenti in uno scatto, ma non lo faccio sempre, differentemente dalla scrittura che mi accompagna invece senza sosta da quando ero piccola!

5. Il tuo romanzo d'esordio è "Jeans e Cioccolato", un libro dai tratti romantici e particolarmente ironici. C'è un motivo per cui hai deciso di scrivere proprio questo genere di romanzi?
Nel 2010 ho letto molti libri appartenenti a questo genere letterario, inclusi quelli della Kinsella, come ti accennavo prima. Quello che ho sempre apprezzato di questi romanzi è la carica positiva che emanano, quell’ironia divertente, quel lieto fine che colora le storie. Probabilmente avevo bisogno di pensare che le storie finiscono bene, avevo bisogno di sorridere e di credere nelle cose belle della vita. Mi piace il lieto fine. Di conseguenza è nata in me la voglia di scrivere un racconto sorridente, che lasciasse il lettore con una sensazione positiva, proprio come quella che rimaneva in me quando terminavo di leggere romanzi di questo genere letterario.

6. Il tuo secondo romanzo, "Quel ridicolo pensiero", è stato pubblicato a novembre, pochi mesi dopo il tuo romanzo d'esordio. Credi che questo arco di tempo abbia modificato il tuo approccio verso la scrittura o ritieni di essere rimasta fedele al genere e allo stile che caratterizzavano "Jeans e Cioccolato"?
Sette mesi di distanza possono sembrare pochi, è vero, anzi a dirla tutta lo sono. Però ritengo che siano abbastanza per un qualsiasi cambiamento. Anche in pochi mesi possono succedere tante cose. Io, poi, percepisco una turbolenta evoluzione dentro di me, e mi sembra quasi inevitabile che questa si rifletta anche
sulla scrittura. Quel ridicolo pensiero lo considero un romanzo di passaggio fra il primo e quello che sto scrivendo adesso. Non è totalmente lontano da Jeans e cioccolato ma cambia decisamente il mio approccio e lo scopo con cui l’ho scritto. Mentre in Jeans e cioccolato volevo fortemente scrivere una storia divertente, sorridente, positiva, con Quel ridicolo pensiero – sebbene abbia comunque inserito scene spensierate e allegre – ho voluto maggiormente inventare una storia che avesse una morale dietro. Il messaggio che viene fuori da Quel ridicolo pensiero – sullo sfondo di una storia spero piacevole – è un messaggio che mi sta molto a cuore.

7. Come definiresti Carina, la protagonista di "Quel ridicolo pensiero"? Per il suo personaggio ti sei ispirata ad una persona reale o è interamente frutto della tua immaginazione?
Carina assomiglia un po’ a me, ma non sono io! :) Nel momento in cui ho iniziato a scrivere questa storia, mi sono lasciata semplicemente trasportare dalle mie emozioni del momento. E avendo scritto Quel ridicolo pensiero due mesi prima dell’uscita ufficiale di Jeans e cioccolato, le mie emozioni del momento erano legate proprio alla pubblicazione, al mio sogno che si avverava. Così ho riversato tutto quanto nella protagonista, che risulta quindi essere una scrittrice esordiente anche lei, che ha appena pubblicato il suo primo romanzo, e via dicendo. Alcune caratteristiche del suo carattere sicuramente appartengono a me, ma la fantasia ha fatto tutto il resto.
Come definire Carina? Potrei definirla sensibile, e ha dei valori in cui crede.


8. Quando hai iniziato a scrivere "Quel ridicolo pensiero" sapevi già come si sarebbe sviluppata la storia o le idee si sono create strada facendo?
Non programmo mai la trama, in quel caso credo che non ne uscirebbe niente di buono. Non amo avere regole, imposizioni, catene nella scrittura. A volte – molto spesso – va be’ diciamo sempre :P comincio a scrivere a partire da una parola, da un pensiero, da un’emozione, da una frase, da un nome, dalla battuta di un personaggio fra virgolette, e da lì si sviluppa la trama e nascono i personaggi. Amo liberare la fantasia e lasciarla andare dove preferisce.

9. C'è un momento della giornata particolare in cui scrivi? Qualche angolo della casa in cui ti senti più ispirata?
No, non c’è un momento e un posto in cui mi sento più ispirata, ma penso che sia indispensabile essere sola con me stessa, non sentire troppi rumori intorno, cose così. Sicuramente la tranquillità della mia casa ha la priorità su qualsiasi altro posto. Mattina, pomeriggio o sera non fa differenza.

10. Cosa vorresti trasmettere ai lettori tramite i tuoi romanzi?
Positività è sicuramente una parola d’ordine. Come dicevo prima, mi piace pensare che le storie finiscono bene, mi piace dare ai lettori una speranza, lasciare aperto sempre qualche spiraglio. E’ quello che mi piace ricavare dalla lettura, quindi sicuramente cercare di fare altrettanto con la scrittura è inevitabile.

11. Tra tutti gli aspetti che riguardano la pubblicazione di un libro (dalla bozza generale delle idee, alla prima stesura e alla revisione, ecc...) qual è quello che ti emoziona di più?
Ci sono tanti aspetti che adoro e che mi fanno emozionare. Indiscutibilmente il momento in cui scrivi l’ultima parola, quando rileggi il libro per vedere che cosa è venuto fuori, quando scrivi la sinossi che comparirà in quarta di copertina. Mi prende moltissimo (e mi manda in tilt) il momento di scegliere il titolo. Lo scelgo sempre alla fine, il titolo è molto importante per me, spesso è anche più difficile che scrivere l’intero libro :D! Me ne sto lì a pensare e ripensare, fare scalette, scrivere e depennare, per scegliere quello giusto. Poi la scelta della copertina: altro momento memorabile! La copertina è “il vestito” del libro, è molto importante riuscire a ricavare un’immagine che rifletta il contenuto del libro, o che esprima un’emozione, che comunichi qualcosa di bello. E quando la casa editrice ti fa avere il file della copertina finita, be’, è un’emozione bellissima. E non parlo del momento in cui ti arrivano a casa le prime copie…….. La pubblicazione di un libro è un’esperienza fantastica in tanti, troppi aspetti.

12. Qualche progetto per il futuro che puoi anticiparci?
Sto scrivendo un terzo romanzo, ho assolutamente intenzione di continuare a scrivere e pubblicare. Al momento sono un tantino presa dagli ultimi esami universitari, quindi, diversamente dai precedenti, questo romanzo sta procedendo più a rilento. Mi sento “in trappola” perché non posso dedicarmi pienamente o quasi alla scrittura, ma per ora il dovere mi chiama!

13. Cosa consiglieresti a chi, come te, coltiva la passione della scrittura e vorrebbe entrare nel mondo dell'editoria?
E’ un discorso che mi sta a cuore, quindi di cose da dire ne avrei, ma cerco di essere breve e di dire quelle più importanti. Da quando ho pubblicato, chiaramente mi sono fatta le mie idee, l’esperienza mi sta facendo capire molte cose, e guardarne altre da punti di vista diversi rispetto a quelli con cui le guardavo quando mi sono affacciata per la prima volta sul mondo dell’editoria. E’ un mondo difficile, è in salita e non lo dico per pessimismo. Un consiglio “al volo” è quello di non credere che una volta pubblicato (magari dopo aver conquistato un editore free) si diventi famosi, o che sia la casa editrice a occuparsi di tutto. Essere “esordienti comuni” (cioè non esordienti che hanno vinto concorsi importanti, ecc.) vuol dire vendere poche copie, vuol dire rimboccarsi le maniche, vuol dire non potersi permettere di aprire la bocca e aspettare che la mela ci cada proprio dentro, vuol dire munirsi di intraprendenza (se non ce l’hai te la devi inventare!). Parola d’ordine: promozione. Senza alcuna promozione, resterai a uno stadio iniziale. Se hai pubblicato, come minimo hai intenzione di essere letto. Be’, nessuno può accorgersi che ci sei tu, se non ti fai vedere! Le piccole case editrici con cui pubblicano gli “esordienti comuni” spesso e volentieri non si muovono abbastanza, e se lo fanno, è comunque difficile che riescano a farsi vedere in mezzo alla “folla editoriale” italiana. Quindi, rimboccarsi le maniche, darsi da fare, credere in se stessi e nel proprio libro e cercare di arrivare quanto più lontano possibile. A questo aggiungo che sarebbe utile prendere in considerazione l’idea di partecipare a concorsi letterari (anche importanti), fare tentativi di questo genere. Anche se non arrivi in finale, nelle giurie ci sono personaggi che potrebbero, con un pizzico di fortuna, segnalare il tuo libro.

Grazie mille Simona per la tua disponibilità e buona fortuna per i tuoi progetti futuri!
Per chi volesse informarsi sull'autrice o sui suoi romanzi, vi invito a visitare il suo blog: http://simonagiorgino.blogspot.it/.

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