AUTORE: Virginia De Winter
TRAMA: Altieres, una delle antiche dinastie regnanti del Vecchio Continente, si è estinta dopo la violenta morte di tutti i suoi discendenti, e a portare il nome della casata sono rimasti solo i vampiri Blackmore, creature immortali a cui regnare non è permesso.Ma qualcosa ora è cambiato: Sophia, unica erede ancora in vita, creduta morta da anni, è stata ritrovata e le già fragili dinamiche del regno sono vicine a spezzarsi una volta per tutte. Gli oscuri segreti di Altieres stanno tornando a celare ombre sulla Vecchia Capitale, fulcro del potere politico e religioso, e spettri senza volto si aggirano per le strade terrorizzando cittadini e studenti.
Intanto Sophia sta imparando a conoscere la sua nuova vita. Essere una Blackmore infatti non significa solo indossare meravigliosi vestiti ed essere un giorno incoronata regina, come innocentemente credeva, ma evitare matrimoni politici e sfuggire a continui attentati alla sua vita, anche da parte degli stessi parenti. Eloise Weiss, coraggiosa eroina protagonista dei due romanzi precedenti, deve affrontare invece forze che nemmeno i suoi poteri possono governare. I morti non riposano più in pace nella Vecchia Capitale, disturbati nel loro eterno sonno da forze oscure e implacabili, forse collegate al ritorno dell’erede di Altieres e alle sconvolgenti verità che i vampiri Blackmore nascondono da secoli e sono ora sfuggite al loro controllo.
Eloise, grazie al suo potere di dominare le forze oscure, sarà forse la chiave per riportare l’ordine là dove ormai esiste solo il caos.
La mia recensione: Ho bisogno di molta concentrazione per scrivere questa recensione, perché avrei mille cose da dire e devo sforzarmi al massimo per non cominciare a delirare qualcosa su quanto ami Virginia De Winter, i suoi personaggi, il suo mondo, il suo stile, le cover dei libri... Andrei avanti all'infinito e non sarebbe appropriato. Perciò tenterò di andare con ordine e di elencare con logicità perché sono una fan sfegatata di questa saga.
Black Friars- L'Ordine della Spada è il primo volume della non-più-trilogia, ideata dalla fantastica e incredibile mente di Virginia De Winter (conosciuta sul web col nome di Savannah).
Ho letto questo primo libro lo scorso settembre e l'ho divorato insieme al seguito (L'Ordine della Chiave).
Sin da subito, non ho potuto che ammirare lo stile sublime utilizzato dall'autrice: uno stile dettagliato e minuzioso che ti cattura (pur con qualche difficoltà all'inizio) e ti trascina (a forza) all'interno delle pagine del libro da cui non uscirai nemmeno una volta terminato.
Io, ad essere sincera, non ho capito sin da subito quanto mi fosse piaciuto Black Friars. Era un romanzo che avevo apprezzato, questo sì, ma non ero ancora completamente catturata da esso. L'ho capito solo dopo una settimana, quando ancora non avevo avuto il coraggio di iniziare un altro libro tanto ero ossessionata da Eloise e dal suo mondo. Seriamente: ne ero ossessionata. Per me è stato uno di quei libri la cui passione è stata una lenta scoperta giunta dopo giorni passati a rimuginare e a sfogliare di nuovo le pagine di Black Friars, rileggendo capitoli interi e, alla fine l'intero libro. Dopodiché mi sono inevitabilmente arresa al fatto che Virginia De Winter era riuscita con la sua incredibile abilità di scrittrice a conquistarmi come non mai.
Come ho già accennato prima, una delle cose che adoro di questa serie è lo stile dell'autrice. E' vero, ammetto all'inizio di aver fatto fatica ad "ingranare" e che nel primo libro della saga lo stile ricco della Winter era talvolta esagerato, tanto da far perdere la concentrazione, ma per me era qualcosa di divino. Uno stile poetico e dettagliato al limite del sopportabile, che mi ha lasciata incredula e preda di una ammirazione enorme verso l'autrice (ormai penso che l'avrete capito: io venero Virginia De Winter).
Il secondo elemento che amo della serie sono i personaggi. Il modo in cui Virginia De Winter riesce a renderli reali e credibili è semplicemente unico. Non ho trovato un solo personaggio privo di credibilità o incapace di darmi emozioni, e questa, a mio parere, è una caratteristica fondamentale all'interno di un libro. Con i suoi personaggi e il suo stile magnifico, l'autrice ti porta quasi fisicamente all'interno del romanzo, tanto da farti sentire in perfetta sintonia con la protagonista, ma non solo, con ogni singolo personaggio.
Partiamo da Eloise. Ammetto di averla apprezzata particolarmente perché Eloise è praticamente identica a me. Non come aspetto esteriore, ma come carattere: mi sono identificata alla perfezione nel suo personaggio, sentendomi coinvolta nella storia con un'intensità incredibile.
Eloise è la figlia del Lord Cancelliere di Aldenor, cresciuta insieme ai fratelli Vandemberg, con i quali ha un rapporto fraterno (con due di loro, almeno). E' una ragazza tremendamente orgogliosa e testarda, incapace di ammettere le proprie debolezze che nasconde dietro a sarcasmo e ironia.
Axel Vandemberg, erede al trono di Aldenor è un personaggio con il quale (proprio come la protagonista) ho avuto un rapporto di odio/amore. E' un giovane manipolatore e freddo, sicuro di sé e sempre padrone della situazione, il quale però farebbe di tutto (e anche di più) per la sua amata Eloise.
Il loro rapporto è in assoluto uno dei più belli mai esistiti in una saga di questo genere. Eloise e Axel condividono un amore assoluto e totalitario, che li spinge da sempre (e intendo proprio: da sempre, da quando erano ancora bambini in fasce) l'uno verso l'altra. Ma come impareremo leggendo, cinque anni prima del periodo in cui è ambientato L'Ordine della Spada, qualcosa aveva turbato l'equilibrio della loro coppia, dividendoli in un modo atroce, tanto da far credere entrambi che non si sarebbero mai più ritrovati. La loro relazione è fatta di sfide e prove di fiducia ed è talmente imperfetta da essere reale. Non è un rapporto tutto rose e fiori, anzi per buona parte dei libri si strangolerebbero a vicenda, ma l'intensità del sentimento che li unisce è innegabile e talmente forte da fare provare al lettore i loro stessi sentimenti (folle desiderio l'uno per l'altro, disperazione atroce al pensiero che non saranno mai più insieme), tanto da raggiungere quasi un dolore fisico.
"Vederli parlare non era molto diverso dall'assistere a una partita di scacchi. Si spostavano da caselle bianche e nere lungo linee tortuose, saltando case e spostando pezzi in modo tale che era difficile intuire le strategie. Non avevano fretta, ogni mossa sembrava studiata e soppesata col rischio dietro l'angolo, il silenzio tra l'una e l'altra seppure li turbava era accettato come un male necessario."
Una cosa di cui ringrazierò sempre Virginia De Winter è l'assenza di un triangolo amoroso. E' praticamente il primo libro che leggo in cui non c'è un terzo in comodo irritante e fastidioso che guasta il già precario equilibrio di Eloise e Axel. Qualcuno potrebbe pensare: E Ashton? Il super mega ultra bellissimo redivivo dagli occhi viola? Ma lo rassicuro subito: Ashton non prova niente per Eloise se non l'affetto che si proverebbe per una bambina di cinque anni (o per un gattino particolarmente dolce). E la ragazza non prova niente per Ashton, allo stesso modo.
E qui si arriva ad Ashton, un personaggio da me personalmente molto apprezzato. Ashton è un redivivo di oltre quattrocento anni e, seppur sia in tutto e per tutto simile ad un umano, come tutti i vampiri ideati dalla De Winter, ha delle caratteristiche che lo rendono palesemente inumano, un carisma ultraterreno che in qualche modo impedisce ai vampiri di mescolarsi adeguatamente alla vita umana. Mi spiego: è impossibile pensare ad un triangolo amoroso in cui è presente Ashton, semplicemente perché è assurdo pensarlo insieme ad un umana. Ha verso tutto il genere umano il riguardo che si può avere verso dei bambini, divertenti e che fanno tenerezza, ma niente di più. Detto questo, Ashton è incredibilmente affascinante e divertente, uno dei personaggi che ho più apprezzato.
"Una statua dallo splendore del marmo di luna e una bellezza straziante da far desiderare anche l’Inferno per poterla vedere ancora. [...] Né morto né vivo, una creatura del sangue che cammina per l’eternità su quella soglia che agli umani è consentito varcare una volta soltanto, senza ritorno.
Lui invece, da qualche parte lungo i secoli, era tornato."
Ma non sono soltanto i protagonisti ad essere incredibilmente veri e realistici, in questo romanzo ci sono decine di personaggi tutti caratterizzati in modo praticamente perfetto. Partendo dai fratelli Vandemberg, il piccolo Jordan e il vanitoso (ma incredibilmente simpatico e impossibile da non amare) Bryce, passando per tutti gli amici compagni di bravate di Axel e finendo coi redivivi Cain e Adrian. Ogni personaggio porta qualcosa di suo alla storia, facendo in modo che non manchi assolutamente nulla al risultato finale.
Dopo questa premessa (mi rendo conto ora che dovrei parlare dell'Ordine della Penna e non degli altri due volumi), passiamo al terzo capitolo della serie.
Come nei primi due romanzi, la Winter ha creato un'atmosfera impareggiabile dove il mistero, il romance e l'azione mi uniscono in una miscela praticamente perfetta, complici anche i personaggi caratterizzati divinamente. Alla fine del primo volume (il secondo era un prequel, di conseguenza L'Ordine della Penna è il seguito de L'Ordine della Spada) avevamo lasciato Eloise alla scoperta dei suoi poteri da Evocatore, Sophia riconosciuta a tutti gli effetti come l'erede creduto scomparso dei Blackmore e Axel deciso a chiedere la mano alla sua amata, rinunciando per lei al suo trono.
Ne L'Ordine della Penna si alternano le vicende di Sophia, alle prese con chi la vuole morta e chi la tratta già come una regina e quelle di Eloise. Sophia dovrà guardarsi le spalle soprattutto dagli Stuart e specialmente da Gabriel, che vogliono conquistare il trono che spettava loro prima che la principessa facesse la sua comparsa.
A guastare l'equilibrio della vita dei nostri amati personaggi, arriveranno inoltre alcuni spettri del passato, tornati a perseguitare i vivi e a portare scompiglio. Come ha detto la stessa Virginia De Winter, infatti "La Spada era una storia d’amore, La Chiave un giallo mentre La Penna è una storia di fantasmi..."
Perciò aggiungiamo anche il torbido amore di Eloise e Axel che nonostante abbiano apparentemente annunciato un "cessate il fuoco" non hanno ancora deposto le armi; il fantasma della perfida Belladore che sembra voler di nuovo rovinare la vita ai protagonisti; sortilegi d'amore che scombussoleranno i piani dei nemici... e unendo tutto questo all'incredibile mano dell'autrice, a dei personaggi incredibili e ad una trama fittizia ma non caotica, avrete un romanzo decisamente all'altezza dei primi due. Una prova tangibile del talento di Virginia De Winter, una saga che non vi darà un attimo di tregua, rendendovi dipendenti dalle pagine di questo libro. Semplicemente imperdibile.
VOTO: 5 Stelle (assolutamente meritate).
Sono completamente d'accordo con te ;D !!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaAdoro questi libri <3 <3 <3