Buon pomeriggio cari lettori e buon weekend!
Finalmente sono riuscita a scrivere la recensione di Insurgent, sequel del bellissimo Divergent, letto quest'estate e con cui ho avuto un po' di problemi... Tanto che, ancora adesso, non sono sicura di quello che provo nei suoi confronti.
Finalmente sono riuscita a scrivere la recensione di Insurgent, sequel del bellissimo Divergent, letto quest'estate e con cui ho avuto un po' di problemi... Tanto che, ancora adesso, non sono sicura di quello che provo nei suoi confronti.
TITOLO: Insurgent
AUTORE: Veronica Roth
EDITORE: DeAgostini
PREZZO: 14,90 €
PAGINE: 510
TRAMA: Una scelta può cambiare il destino di una persona... o annientarlo del tutto. Ma qualsiasi essa sia, le conseguenze vanno affrontate. Mentre il mondo attorno a lei sta crollando, Tris cerca disperatamente di salvare tutti quelli che ama e se stessa, e di venire a patti con il dolore per la perdita dei suoi genitori e con l'orrore per quello che è stata costretta a fare. La sua iniziazione avrebbe dovuto concludersi con una cerimonia per celebrare il proprio ingresso nella fazione degli Intrepidi, ma invece di festeggiare la ragazza si è ritrovata coinvolta in un conflitto più grande di lei... Ora che la guerra tra le fazioni incombe e segreti inconfessabili riemergono dal passato, Tris deve decidere da che parte stare e abbracciare completamente il suo lato divergente, anche se questo potrebbe costarle più di quanto sia pronta a sacrificare.
La mia recensione: Ho letto Divergent più di un anno fa, quando il mondo dei distopici era per me poco più che uno sconosciuto che mi era stato introdotto da letture quali Hunger Games o Delirium. Lo avevo adorato alla follia, lo ricordo bene: l'adrenalina, l'azione, l'originalità e le emozioni che scaturivano da questo romanzo mi avevano catturata nella loro rete ed ero così rimasta intrappolata all'interno di un romanzo avvincente come pochi prima di lui. Abbiamo a lungo atteso la pubblicazione italiana di Insurgent e quando, finalmente, il secondo romanzo della trilogia distopica di Veronica Roth è uscito anche in Italia, non mi sembrava vero. Quando l'ho avuto tra le mie mani, poi, quasi non riuscivo a contenere l'emozione e, travolta dalla frenesia del momento, mi sono buttata a capofitto nella lettura, giungendo alla fine del romanzo nel giro di un paio di giorni. Tuttavia ancora oggi, ripensandoci, non riesco a capire cosa provo verso questo libro. Vorrei dire che l'ho adorato, ma qualcosa mi trattiene. Non posso nemmeno dire di non averlo apprezzato, perché mentirei. Cercherò di spiegarmi meglio che posso e di districare quella matassa ingarbugliata che si trova nella mia mente e che mi impedisce di affermare con chiarezza se il libro mi è piaciuto o meno.
La trama di Insurgent riprende esattamente dove era terminato Divergent: Tris è in fuga insieme a Quattro, Marcus e Peter, dopo aver sabotato il piano di Eric e Jeanine ed essere sfuggita alla loro collera. I nostri protagonisti sono ora alla ricerca di un rifugio, che però in pochi sembrano disposti a concedere loro, essendo tutti spaventati dall'astuzia degli Eruditi e dalla crudeltà degli Intrepidi. A Tris e a Quattro non resta perciò che stringere il maggior numero di alleanze possibili, stando attenti ai traditori che si celano in mezzo agli amici e facendo di tutto per accettare la loro Divergenza, l'unica cosa che potrebbe salvare loro la vita.
Okay, oggi non sono proprio in vena di scrivere trame, perciò passerò subito alla mia analisi. Sul fronte personaggi, Veronica Roth non riesce a lasciare il segno purtroppo. Tris è l'unica con cui il lettore crea un vero legame e nella quale riesce ad immedesimarsi, complice la narrazione in prima persona e lo stile diretto dell'autrice; tutti gli altri, invece, risultano estranei alla vicenda e troppo superficiali per trasmettere qualcosa che non sia indifferenza.
Grandissima delusione, in particolare, per Quattro: che fine ha fatto il tenebroso e tenero allenatore di Divergent? In Insurgent mi sono trovata di fronte a un ragazzo completamente differente, lunatico, ottuso, permaloso e, passatemi il termine, un po' stupido. Per gran parte del romanzo non fa altro che dire a Tris cosa fare o non fare, tenerle il broncio e comportarsi incoerentemente. Senza contare che, ogni qualvolta vieta a Tris di fare una cosa (circa quindici volte per capitolo) e lei, puntualmente, la fa, lui finisce per perdonarla con un dolce pat-pat sulla testa. Insomma, seriamente? Non ci fa una bella figura, in questo modo. Grazie al cielo si riscatta verso gli ultimi capitoli, dove tira fuori di nuovo la fermezza e la determinazione che lo caratterizzavano un tempo, dimostrando che qualcosa di buono, per fortuna, è rimasto.
Tris, invece, non mi ha mai deluso: è l'unico personaggio che abbia una caratterizzazione approfondita e dettagliata e, anche se talvolta non mi sono trovata d'accordo con le sue scelte, per lo meno dimostra sempre grande coerenza nelle sue azioni. Ho apprezzato, in particolare, le reazioni realistiche che ha avuto inseguito a ciò che è successo in Divergent, ovvero la morte dei suoi genitori e l'assassinio di Will (compiuto da lei stessa). E' evidente come Tris sia devastata e provata psicologicamente da tutto questo, aspetto che ho apprezzato perché marca la sua vulnerabilità e ha dato un impulso ancora maggior alla sua tendenza a "buttarsi nella mischia", tratto che la caratterizza da sempre. Ammiro Tris perché ha un carattere completamente diverso dal mio, è una ragazza intraprendente e che non esita a lanciarsi nelle imprese più pericolose pur di fare ciò che ritiene giusto e, nel complesso, credo sia davvero uno dei personaggi femminili migliori che ci siano.
"Mi sono resa conto che le persone sono costruite da diversi strati di segreti. Credi di conoscerle, di capirle, ma le loro motivazioni ti sono sempre nascoste, seppellite nei loro cuori. E tu non le conoscerai mai, anche se a volte decidi semplicemente di fidarti."
Tutti gli altri personaggi, invece, è come se non esistessero. Mi spiego: si muovono attorno a Tris e sono molto spesso presenti, ma sono talmente tanti e così poco approfonditi che non lasciano nessuna traccia del loro passaggio. Risulta inutile, perciò, anche la decisione dell'autrice di compiere uno sterminio di massa: ogni dieci pagine muore qualcuno, ma non una delle singole morti riesce a commuovere o a fare provare un sincero dispiacere, dal momento che i personaggi non sono riusciti a farsi conoscere a fondo prima di essere "fatti fuori".
Dal punto di vista dello stile e della trama, non ho nulla di cui lamentarmi. Ho davvero adorato il talento di Veronica Roth: quella donna riesce a narrare le vicende con una maestria quasi impareggiabile, caricandole di azione, suspense, adrenalina e facendo sentire il lettore come se si trovasse al centro delle vicende. Non vi è un solo momento noioso o banale all'interno dei suoi libri, al contrario la lettura scorre piacevole e senza intoppi dall'inizio alla fine, tanto che il numero delle pagine si sente a malapena e le ore volano una dopo l'altra. Tante vicende, tanti colpi di scena, tante sparatorie, tanti combattimenti... forse troppi? Oserei dire che sì, la Roth ha un po' esagerato con l'azione in questo romanzo. A volte avrei preferito che si fermasse un secondo e si dedicasse alla caratterizzazione dei suoi personaggi o all'approfondimento di determinate situazioni, che invece scivolano via con naturalezza, sì, ma senza lasciare il segno.
Questo è il problema principale secondo me: tutto il romanzo è ben scritto e ricco di avvenimenti, con una buona trama e un intreccio godibile (seppur non particolarmente complesso), tuttavia quello di cui ho sentito la mancanza sono le emozioni. Non vi sono stati particolari momenti che mi hanno commosso, divertita, o quant'altro. Tutto si svolge con una freddezza e un impersonalità che mi hanno lasciata pressoché impassibile, o che al massimo mi hanno strappato un mezzo sorriso. Ma non ho mai sentito davvero il bisogno di continuare a leggere, non mi sono mai sentita davvero coinvolta dalle vicende dei personaggi, dal momento che a mancare era il legame con i loro sentimenti.
Dopo tutti questi aspetti negativi, però, mi sento in dovere di spezzare una lancia a favore di Veronica Roth: sa come creare degli eccezionali colpi di scena. Gli ultimi capitoli sono a dir poco mozzafiato e, seppur con qualche incertezza, nel complesso l'autrice ha saputo giocare bene le sue carte. Nel giro di poche pagine si assisterà ad un tradimento insospettabile e, dall'altra parte, al riscatto di un personaggio fino ad allora sottovalutato; vedremo rivelazioni scioccanti e un enorme cliffhanger finale che mi ha fatto venire una voglia matta di correre dall'autrice e farmi consegnare il seguito (uscito in questi giorni in America, tra l'altro).
"Siamo entrambi in guerra con noi stessi, e questo a volte ci tiene vivi... a volte, invece, rischia di annientarci."
Ora capite perciò perché questo libro mi ha confuso? Da una parte l'ho trovato incredibilmente avvincente e appassionante, ricco di scene piene di adrenalina e davvero ben scritto; dall'altra parte, però, non ho potuto risparmiarmi dal notare una carenza di coinvolgimenti emotivo, che mi ha portato a vivere tutte le vicende con trasporto, certo, ma senza sentirmi completamente trascinata. Credo che, nel complesso, Insurgent si sia dimostrato un buon sequel, anche se non all'altezza del suo predecessore. Sicuramente un'ottima introduzione ad Allegiant, dove tutti i nodi verranno al pettine e ci troveremo di fronte alla vera resa dei conti.
Nuuuuuuu! Che peccato!! :( Devo ancora leggere Divergent ma ho letto così tante recensioni positive di questo libro che sicuramente lo leggerò!
RispondiEliminaSpero mi piaccia perché non so davvero cosa aspettarmi! xD
Secondo me questa saga è davvero valida e te la consiglio di cuore! Insurgent mi ha un po' deluso, è vero, ma forse è dipeso dalle mie alte aspettative... Sono curiosa di sapere cosa ne pensi se lo leggerai! :D
EliminaDevo dire che hai proprio centrato il punto Clary! Io ho terminato la lettura di Insurgent qualche giorno fa e ancora non mi sono ripresa. Da una parte lo adoro, perchè i colpi di scena sono veramente parecchi e non riesci a metter giù il libro. Credo che il mio piacere verso questo secondo capitolo della saga sia stato in gran parte caratterizzato dalla frequenza di suspence che la Roth mi faceva sentire, piena d'adrenalina. Alle volte ammetto di averlo trovato un pò confusionario e mi riusciva difficile capire anche a me di quali personaggi stesse trattando. Io, al contrario di te, ho trovato Tris un pò più stronzetta (passami il termine *-*). Insomma mi pareva proprio che lo facesse apposta a indispettire le persone che aveva intorno, come Quattro. Diciamo che ai miei occhi è apparsa come l'eroina, la più "ganza", la più forte e invece pare lei non abbia fatto nulla di che, della serie "Ma no, io sono una sfigata..."
RispondiEliminaSpero di aver spiegato al meglio il mio ultimo concetto :) Comunque mi è piaciuto molto e attendo con ansia Allegiant.
Non sono molto d'accordo su un punto: Quattro si è comportato in quel modo solo pechè era preoccupato per Tris, certo che dice cosa fare a una che si butta in mezzo a una guerra armata di un coltellino..questo perchè la ama. Poi si accorge che le maniere dolci nn funzionano e ritorna determinato.Di sicuro però non è una carenza della Roth, la quale secondo me lo ha fatto di proposito. :D Per il resto sn d'accordo hai fatto proprio una bella recensione, completa e chiara.Avevo proprio bisgono di sapere cs ne pensava qualcuno che l'ha letto attentamente:)
RispondiEliminaMeno male che non eri in vena di scrivere!
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