Buonasera lettori!
Finalmente è arrivato il week-end, questa settimana è stata infinita. Ho avuto le prime verifiche, è arrivato il primo freddo... per fortuna c'è la mia bella stufa a tenermi al caldo e i miei amati libri a consolarmi.
Oggi ho scritto una nuova recensione, la recensione di un libro che ho terminato la settimana scorsa e di cui sentivo il bisogno di parlarvi, a dispetto di tutte i post arretrati che ho da pubblicare. Si tratta di The Fault in Our Stars, in italiano Colpa delle Stelle, un libro ce ho fatto un po' di fatica a leggere in lingua, ma che una volta addentratami nella storia mi ha completamente soggiogato... A voi la recensione!
(I dati sono riferiti alla mia edizione, non a quella italiana, che è edita da Rizzoli e che costa 16,00 €)
AUTORE: John Green
EDITORE: Penguin Books
PREZZO: 7,99 £
PAGINE: 316
TRAMA: Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le hanno diagnosticato è ora in regressione. Ha però anche imparato che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto alle sue coetanee, con una vita in frantumi in cui i pezzi non si incastrano più. Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante compagno di sventure che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo, e in quanto tale andrà pagato.
La mia recensione: Erano mesi ormai che mi veniva consigliato questo libro: amici, blogger, lettori, chiunque avesse avuto l'occasione di leggerlo non faceva che ripetermi quanto fosse fantastico e indimenticabile. Ho aspettato a lungo prima di cominciarlo, un po' perché avevo altre precedenze e un po' perché in libreria non riuscivo a trovarlo; poi sono andata a Dublino per una settimana e, ovviamente, non potevo risparmiarmi dal fare un bel giro in libreria. E lì l'ho trovato, nella sezione "Teen", pronto ad essere acquistato ad un prezzo introvabile in Italia e pronto a diventare la mia nuova ossessione. E' stato così che ho cominciato anche io questo libro, che ho incontrato Hazel e Gus e che sono diventata l'ennesima vittima di un autore che ha rivelato un talento unico e un genio smisurato.
La protagonista di questo libro è Hazel, una ragazza di soli sedici anni affetta da un cancro ai polmoni che la costringe a trasportare sempre con sé una bombola d'ossigeno, senza la quale non riuscirebbe a respirare. Nonostante la sua malattia sia rallentata da un farmaco sperimentale, che tiene a bada il tumore e che le ha allungato l'aspettativa di vita, Hazel riesce a vivere una vita solo a metà: ha abbandonato la scuola, vede raramente gli amici e le sue giornate sono un continuo alternarsi tra casa e gruppo di supporto per malati di cancro, senza la possibilità di assaporare davvero la sua adolescenza. Ma è proprio durante un incontro con il gruppo di supporto che Hazel conosce Augustus, un sopravvissuto al cancro che ha però dovuto sacrificare una gamba per salvarsi la vita, un ragazzo con il quale instaurerà subito un bellissimo rapporto d'amicizia che la strapperà dalla monotonia di una vita incompleta.
“Non puoi scegliere di essere ferito in questo mondo, ma hai qualche possibilità di scegliere da chi farti ferire.”
E' davvero difficile riassumere la trama di questo libro, come se si potesse, in poche righe, comprimere pagine e pagine di sentimento, di verità, di vita. È difficile perché mi sembra di minimizzare la portata emotiva di questo romanzo, la profondità che si cela dietro temi talvolta abusati e sottovalutati quali il primo amore o la morte di una persone cara. E The Fault in Our Stars è un libro che merita di essere descritto a dovere, con tutto il suo spietato fulgore e con i molteplici messaggi che l'autore dissemina qua e là tra i capitoli, celati da immagini semplici che riescono però a lasciare il segno. Perciò andrò con ordine, cercando (invano, già lo so) di descrivere al meglio quello che ha reso The Fault in Our Stars uno dei libri migliori letti quest'anno.
Innanzitutto, i personaggi principali. Hazel Grace è la protagonista per eccellenza, quella che vorresti come migliore amica e verso la quale non riesci a provare altro che smisurata simpatia. Intelligente, diretta, sincera, sarcastica, un po' introversa e dannatamente brillante: non c'è stato un solo momento in cui io non mi sia sentita emotivamente vicina a lei, in cui non abbia provato empatia e grande affinità con una ragazza costretta ad affrontare una malattia che è parte di lei e che minaccia di divorarla dall'interno. E se da una parte Hazel è l'amica che tutti vorremmo avere, Augustus è il ragazzo che ognuna di noi desidererebbe incontrare: è spiritoso, premuroso, acuto, spontaneo e vero, talmente vero da avere il timore (o la speranza?) che possa uscire dalle pagine del libro da un momento all'altro e presentarsi a casa tua, con una sigaretta spenta tra le labbra e una nuova metafora in mente.
E ora immaginateli insieme, Hazel e Augustus, con caratteri fortemente diversi tra loro, ma allo stesso tempo nati per combaciare. Un ragazzo e una ragazza tra cui nascerà un rapporto naturale come l'aria che si respira, un'amicizia e poi un'amore che non risultano mai forzati o irreali, ma che invece sorgono con una spontaneità disarmante e che sarà l'origine di quel sentimento che riesce a fare innamorare anche te che stai leggendo.
"Sono innamorato di te, e non sono il tipo da negare a me stesso il semplice piacere di dire cose vere. Sono innamorato di te, e so che l'amore non è che un grido nel vuoto, e che l'oblio è inevitabile, e che siamo tutti dannati e che verrà un giorno in cui tutti i nostri sforzi saranno ridotti in polvere, e so che il sole inghiottirà l'unica terra che avremo mai, e sono innamorato di te."
Hazel e Gus sono due personaggi speciali, che mi hanno saputo colpire moltissimo. Non si tratta tanto del loro avere un bel carattere e dell'essere magnifici insieme, quanto più che altro della loro autenticità: sono entrambi personaggi reali, dotati di numerosi difetti, soggetti a crisi isteriche, talvolta depressi, talvolta lunatici, tridimensionali e dalle mille sfumature.
Sono persone che potresti incontrare per strada da un momento all'altro e con cui potresti scambiare due chiacchiere in qualunque istante; persone che vengono tratteggiate da una mano così abile che riesce a dare loro vita e a farli uscire dalla prigione di carta per vivere a fianco dei lettori. Non sono invincibili, non sono intrepidi, non affrontano la loro sorte con la testa alta e smisurata fiducia. Sono umani e per questo talvolta vengono sconfitti, può capitare che perdano la speranza e si lascino sconvolgere dallo sconforto. Ed è questo ciò che mi ha convinto, ciò che mi ha fatto affermare, in tutta onesta, “Questo è un bel libro”. Il fatto che John Green non tratti un argomento spinoso come il cancro con superficialità con banali cliché, che non esalti i personaggi come eroi vittoriosi e che hanno combattuto fino alla fine. John Green espone la realtà in tutta la sua brutalità, senza paura di ferire il lettore o di risultare crudele. E lo è, in un certo senso, ma semplicemente perché è la vita per prima ad esserlo e lui ne fa una rappresentazione realistica e senza censure.
Sono persone che potresti incontrare per strada da un momento all'altro e con cui potresti scambiare due chiacchiere in qualunque istante; persone che vengono tratteggiate da una mano così abile che riesce a dare loro vita e a farli uscire dalla prigione di carta per vivere a fianco dei lettori. Non sono invincibili, non sono intrepidi, non affrontano la loro sorte con la testa alta e smisurata fiducia. Sono umani e per questo talvolta vengono sconfitti, può capitare che perdano la speranza e si lascino sconvolgere dallo sconforto. Ed è questo ciò che mi ha convinto, ciò che mi ha fatto affermare, in tutta onesta, “Questo è un bel libro”. Il fatto che John Green non tratti un argomento spinoso come il cancro con superficialità con banali cliché, che non esalti i personaggi come eroi vittoriosi e che hanno combattuto fino alla fine. John Green espone la realtà in tutta la sua brutalità, senza paura di ferire il lettore o di risultare crudele. E lo è, in un certo senso, ma semplicemente perché è la vita per prima ad esserlo e lui ne fa una rappresentazione realistica e senza censure.
"È questo il problema del dolore. Esige di essere sentito."
John Green è un autore di cui avevo letto un solo romanzo fin'ora, ma che devo assolutamente esplorare in futuro. In The Fault in Our Stars ha dato prova di una genialità e di un talento impossibile da ignorare, che sono emersi sia nell'abilità con cui ha tratteggiato personaggi e situazioni, sia nella profondità di cui ha saputo colmare ogni pagina. Parte da situazioni talvolta semplici e talvolta banali, ma finisce sempre con il renderle il ponte per un significato più importante o per un messaggio al lettore. Parla della morte, parla della sofferenza, parla della religione e dell'aldilà, parla dello sconforto, parla della perdita, parla della voglia di arrendersi e di abbandonare tutto; ma in qualche modo riesce ad utilizzare tutto questo come trampolino per dare risalto alla vita. Perché la verità è che The Fault in Our Stars alla fine è questo: è un inno alla vita, un esplorazione della realtà nei suoi aspetti più ingiusti e crudeli, è una spinta a non arrendersi, una lezione su quanto difficile sia continuare a proseguire un ostacolo dopo l'altro e su quanto sia però necessario riuscire a farlo.
È un libro che tratta di un tema delicato e difficile da trasportare su carta, che però riesce nell'impresa e lo fa senza falso buonismo o mezzi termini. John Green non si trattiene, non risparmia nulla al lettore: scrive le cose come stanno e ce le sbatte in faccia senza inutili giri di parole o frasi convenzionali che risulterebbero patetiche. Ci pone di fronte alla verità, ci emoziona con le sue parole, ci stupisce ad ogni capitolo, ci fa versare tutte le nostre lacrime, ci fa ragionare e arrovellare il cervello con questioni di vitale importanze e ci fa mettere in discussione tutto ciò che sappiamo. E, alla fine, ci lascia non con un peso sul cuore, come avevo temuto all'inizio, ma con una nuova consapevolezza riguardo la sofferenza e la perdita, con una nuova prospettiva dalla quale guardare alla vita di tutti i giorni, con una nuova disperata voglia di apprezzare ogni singolo istante, oltre che con la certezza di aver appena terminato un romanzo che dovrebbe passare per le mani di chiunque, una storia spettacolare. Una storia che non se ne va con discrezione ma che esplode come una granata e che, di conseguenza, lascia una cicatrice nel nostro cuore.
"Mi hai regalato un per sempre dentro un numero finito, e di questo ti sono grata."VOTO: 5 stelle
Devo assolutamente leggerlo questo libro! *__*
RispondiEliminaSii Frannie, leggilo assolutamente! *o*
EliminaMi è piaciuto, ma non così tanto. L'avevo rivalutato nella parte finale, straziante e commoventissima. Dovrei rileggerlo :)
RispondiEliminaLa parte finale è... Non dico niente o potrei scoppiare a paingere T,T
EliminaCiao! Ma è possibile trovare questo libro anche in Italia?
RispondiEliminaCerto, si chiama Colpa delle stelle ^^ a me è piaciuto molto!!
EliminaAnna ti ha risposto Sheryl, questo libro è stato pubblicato in Italia dalla Rizzoli col nome Colpa delle Stelle. Te lo consiglio di cuore! :D
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